Introduzione

Il 28 dicembre 1895 i fratelli Lumière proiettano La Sortie de l'usine Lumière, mostrando per la prima volta, il cinématographe.

La Sortie de l'usine Lumière
Nasce un nuovo mezzo d'intrattenimento: il cinema.

La pellicola e le sue origini

Una pellicola cinematografica (in inglese film) è un nastro di plastica perforato su uno o due lati. Ha un rivestimento sensibile alla luce a base d’argento.
Il supporto di plastica è in PET, un polimero.

Quattro perforazioni per fotogramma, lo standard
Per combattere il mercato pirata, fu standardizzata la pellicola con 4 perforazioni per fotogramma.

I polimeri

I polimeri sono delle sostanze le cui molecole presentato una unità strutturale caratteristica che si ripete, detta monomero, che si lega ad intervalli regolari ad una lunga catena carboniosa.

Formazione del polimero
Il processo mediante il quale i monomeri sono assemblati nel polimero è detto polimerizzazione, e può essere di due tipi:

  • Addizione
  • Condensazione

Il PET della pellicola

Il supporto dei nastri per registrazioni è un poliestere, più precisamente un tipo di PET brevettato da Kodak con nome commerciale ESTAR, ottenuto tramite condensazione.
PET
Il processo di condensazione prevede l’eliminazione di una molecola di alcol metilico, CH3OH:

PET

Il divismo cinematografico

Cade la figura del poeta vate, i media impongono i divi come figure di riferimento per la vita quotidiana della gente comune, in particolar modo grazie al cinema.

Hollywood si impone come “La mecca del cinema”. I film, grazie al fascino dei modelli di vita proposti, esercitano un grande potere di condizionamento sulle persone.

Eleonora Duse

I divi sono uno strumento della società consumistica.

Riflessione pirandelliana

Il cinema è un insieme di convenzioni sociali che si impongono come realtà autentica, ma è invece finzione, soprattutto ingannevole.
Pirandello, già interessato al tema dell’identità ed intenzionato a far emergere la falsità di alcuni modelli sociali che condizionavano negativamente la vita delle persone, decide di scrivere un romanzo.

Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Nel 1916 egli pubblica il romanzo Si gira…, riedito poi nel 1925 con il titolo di Quaderni di Serafino Gubbio operatore.

Serafino Gubbio operatore

Il romanzo narra le vicende di Serafino Gubbio, un cineoperatore che quotidianamente annota ciò che succede alla troupe impegnata nella ripresa di un film.
Il lessico del romanzo è ricco di termini tecnici e specifici del linguaggio cinematografico. Inoltre, non ci sono note riguardanti la fisionomia di Serafino.
Il protagonista affronta i temi della macchina e dell'età contemporanea, denunciando lo stato di prosaicità e di asservimento alle macchine che l'uomo sta vivendo.

Che volete farci? Io sono qua.
Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa mangiare.
Ma l'anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano; cioè serve alla macchina.

[...]

Già i miei occhi, e anche le mie orecchie, per la lunga abitudine, cominciano a vedere e a sentir tutto sotto la specie di questa rapida tremula ticchettante riproduzione meccanica.

Il significato del romanzo

Il finale del romanzo schiaccia la fittizia realtà che il cinema propone, con un evento reale davvero tragico.
L'attore Aldo Nuti viene sbranato, ma Serafino, alla macchina, continua a riprendere, diventando muto.
L'evento è significativo perché rende Gubbio un operatore perfetto, un tutt'uno con la macchina da presa.
le vicende di Serafino Gubbio, un cineoperatore che quotidianamente annota ciò che succede alla troupe impegnata nella ripresa di un film.

No, grazie. Grazie a tutti. Ora basta. Voglio restare così.
Il tempo è questo; la vita è questa; e nel senso che do alla mia professione, voglio seguitare così - solo, muto e impassibile - a far l'operatore.

La scena è pronta?
- Attenti, si gira...

Il personaggio perde quindi la capacità di “guardare” veramente le cose: riesce solo ad assistervi passivamente, con il medesimo distacco dell’obiettivo.

Il monopolio della violenza

Il sociologo tedesco Max Weber descrisse lo Stato come «quella comunità umana che all’interno di un determinato territorio [...] rivendica per sé (con successo) il monopolio dell’uso legittimo della forza fisica».

Max Weber

Il monopolio statale della violenza si rafforzò con il costituirsi degli Stati assoluti fortemente accentrati; accrescendo poi negli Stati liberali, per arrivare al suo culmine nei totalitarismi, che diedero massimo spazio all’uso della forza come strumento di governo.
In Italia, il fascismo capì di aver bisogno anche di altri strumenti, ugualmente potenti, ma che agivano in modo più discreto.

I nuovi media

I nuovi mezzi di comunicazione di massa, quindi la radio, e in seguito, soprattutto il cinema, acquisirono enorme importanza.
Dotati di grande potere d’indottrinamento delle masse, furono utilizzati per fare propaganda, rappresentando lo spazio quotidiano della popolazione.
Nel 1922 Mussolini salì al potere in Italia ed iniziò a dare importanza al cinema come mezzo comunicativo dichiarando pubblicamente di ritenerlo “l'arma più forte dello stato”.
La cinematografia è l'arma più forte
In un primo momento, il regime fascista si limitò a controllare solamente i cinegiornali e i filmati di propaganda.

L'istituto e il giornale Luce

In seguito alla breve crisi subita dal regime fascista dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti, nel 1924 Mussolini fondò l’Istituto L.U.C.E. (L'Unione Cinematografica Educativa), il cui scopo era, almeno in un primo momento, quello di produrre documentari e cinegiornali, esaltando le imprese e i successi fascisti.
Il giornale Luce
Proprio per questo motivo, nel 1927 venne creato il Giornale Luce.
Nel 1934 viene istituito il Ministero della Cultura Popolare, per reprimere le pubblicazioni pericolose e promuovere la produzione di film di propaganda.

La mostra del cinema di Venezia e la censura preventiva

Significative per lo sviluppo del cinema fascista furono l'inaugurazione, nel 1932, della Mostra del cinema di Venezia e la nascita, nel 1934, della Direzione Generale della Cinematografia, con a capo Luigi Freddi.
Egli applicò un nuovo tipo di censura, in alcuni casi bloccando totalmente l’importazione di titoli americani.

Con l’introduzione del sonoro, la censura si applicò ai dialoghi che venivano modificati, e a tal proposito, venne creato l’E.N.I.C.

Corroborazione della produzione cinematografica italiana

Nonostante il regime repressivo, il cinema italiano deve molto all'Italia fascista.

Cinecittà
Nel 1937 vengono infatti fondati gli studi di Cinecittà e l'annesso Centro Sperimentale di Cinematografia, facendo molto probabilmente di Roma il più importante centro cinematografico italiano, diretto concorrente di Hollywood.

Il cinema di propaganda

Il cinema di propaganda fascista fu uno strumento del regime fascista per comunicare i propri ideali e valori alle masse.
L’Italia diventa il migliore dei mondi possibili, in un cinema altamente simbolico che spesso associa l’Italia all’Impero Romano, dando un senso di nazionalità molto forte.
Il cinema di propaganda si presenta virile, eroico e ovviamente celebrativo del regime e dei suoi ideali.

Vecchia Guardia
Il manifesto del cinema di propaganda fascista fu Vecchia guardia del 1934, un film incentrato sulla marcia su Roma.

Correnti cinematografiche contemporanee alla propaganda

Contemporanei al cinema di propaganda fascista, in Italia furono presenti altri due filoni cinematografici:

  • Il cinema dei telefoni bianchi, disimpegnato da problematiche civili, riferimenti alla moda del tempo e leggere commedie sentimentali
    La casa del peccato
  • Il calligrafismo, caratterizzato da grande formalità, condannato come superficiale

American Cinema during the Roaring Twenties

Movies in the 1920s were mostly black and white and they didn’t have sound, so people followed up with the plot using subtitle cards.
Among the silent films of the age, we remember The Great Gatsby (1926) and Metropolis (1927).

Metropolis
Hollywood released its first colour but still silent movie, The Toll of the Sea, on November 26 1922, premiering it in New York City.

The talkies

Since Don Juan, a 1926 American romantic drama, movies have started to have songs, music and sound effects.
Warner Bros managed to add dialogues to films, using his Vitaphone sound system in the partially-voiced film The Jazz Singer.

The Jazz Singer
The world started to call affectionately these movie ‘talkies’.

Animation and Disney’s early productions

Cartoons with sound were also being produced in this period, but they were partially-voiced as the series Song Car-Tunes.
Cartoons started having actual dialogue with Dinner Time.
In 1923 Walter Disney opened his animation studio, called Disney Brothers Cartoon Studio.
He released Alice's Wonderland and soon he decided to create something original and potentially popular.

Steamboat Willie
Mickey Mouse made his debut in Steamboat Willie (a short film) on 18 November, 1928, at the Colony Theatre in New York City.

Conclusione

Il cinema degli anni venti ha gradualmente sostituito il teatro ed ha acquisito sempre maggiore importanza, complice l’interesse mostrato dall’uomo nei suoi confronti.
Ciò ha permesso un rapido sviluppo della cinematografia nonché produzioni di un certo peso, capolavori che resteranno per sempre nella storia. L’introduzione del sonoro, del colore, quanto quella delle animazioni, hanno difatti contribuito a rendere il cinema ciò che oggi tutti conosciamo, una vera e propria arte.

Purtroppo, come le religioni fecero schiava l’arte, così il Dio Denaro ha fatto del cinema un’industria.